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Malattie degenerative occhio, a EyeInnovation cure e digitale

Oculistica Redazione DottNet | 20/07/2020 14:05

I pazienti con problemi alla vista potrebbero triplicare nei prossimi decenni

Nei Paesi industrializzati come l'Italia si sta assistendo ad un aumento dell'incidenza delle patologie oculari legate anche all'invecchiamento, e si stima che il numero di persone con problemi alla vista potrebbe triplicare nei prossimi decenni. Tra le malattie degli occhi, la degenerazione maculare senile e il glaucoma rappresentano i principali responsabili della perdita della vistanegli over 60, mentre la retinopatia diabetica colpisce principalmente in età lavorativa.  Si tratta di patologie caratterizzate da un significativo impatto economico e sociale arginabile attraverso strategie di sanità pubblica che puntino alla diagnosi precoce e all'accesso rapido alle cure più efficaci.

Delle nuove opportunità diagnostico-terapeutiche e dell'ottimizzazione dell'accesso alla cura, in un momento in cui gli oftalmologi si trovano a dover fronteggiare uno scenario altamente complesso, si discute fino al 31 luglio ad EyeInnovation,meeting scientifico promosso da Novartis dedicato all'innovazione nell'ambito delle patologie oculari degenerative. "Si tratta - evidenzia Federico Ricci, responsabile scientifico del Congresso - di condizioni croniche, degenerative ed altamente invalidanti che richiedono una riorganizzazione dei percorsi diagnostici e terapeutici in grado di garantire ai pazienti la migliore assistenza e la possibilità concreta di accedere tempestivamente e in maniera equa ed appropriata alle cure più innovative".

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L'attuale assetto dell'assistenza oftalmologica per gli esperti mostra importanti criticità riconducibili a una disomogeneità territoriale dell'offerta diagnostico-terapeutica, che si traduce per il paziente in ritardo diagnostico e difficoltà nell'accesso al trattamento.In Italia, ad esempio, il gold standard terapeutico per la degenerazione maculare essudativa è rappresentato da un trattamento continuativo a base di iniezioni intravitreali di farmaci anti-VEGF, in grado di inibire la proliferazione di nuovi vasi sanguigni all'interno della retina e arginare lo stravaso di fluido retinico causatodalla malattia. Ben il 70% di coloro che sono colpiti da questa patologia, tuttavia, non ricevono o ricevono in maniera parziale la terapia, cosa che ne riduce l'efficacia e può compromettere progressivamente la capacità visiva. La ricerca farmacologica è quindi sempre più orientata verso soluzioni innovative che possano migliorare l'aderenza e la persistenza al trattamento.

Tra queste, è di recente approvazione Ema, Agenzia europea del farmaco, brolucizumab, molecola che ha dimostrato una superiore capacità di controllo del fluido retinico, richiedendo di conseguenza una minore frequenza iniettiva per mantenere la retina asciutta."Nel nostro Paese - aggiunge il professor Carlo Traverso, Direttore della Clinica Oculistica dell'Università di Genova - l'accesso alla diagnosi e alle cure per il paziente con patologie retiniche è inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Le differenze sono principalmente dovute a difficoltà anche logistiche per la gestione cui si aggiungono l'attesa, la diagnosi tardiva e la somministrazione della terapia in ritardo rispetto alla finestra terapeutica. Si tratta di limiti superabili attraverso un efficientamento del percorso diagnostico terapeutico e la continuità di cura tra territorio e Centri di riferimento".Anche l'innovazione digitale, come l'intelligenza artificiale, può giocare un ruolo determinante in particolare per sviluppare modelli predittivi individuando i migliori percorsi di cura. Tra gli altri temi del meeting le novità in ambito chirurgico e dell'imaging e le terapie innovative per evitare la progressiva perdita della vista nei pazienti con maculopatia umida. 

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